Gli Enti di promozione sportiva (Acsi, AiCS, Asc, Asi, Cns Libertas, Csain, Csen, Endas, Msp, Opes, Pgs, Uisp e Us Acli) hanno inviato una lettera al ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, nella quale hanno rappresentato una serie di osservazioni sul testo della Riforma dello sport.
“Gli EPS – si legge nella lettera – concordano che lo sport e il movimento sono sempre più percepiti come uno strumento di prevenzione in grado di rispondere alla domanda di miglioramento della qualità di vita. Sono sempre più espressione di un bisogno sociale, non più legato in modo esclusivo alla competizione, ma collegato ad una richiesta individuale e collettiva di benessere, di inclusione e coesione sociale, nonché di educazione. Ecco perché non è più procrastinabile un’azione legislativa che abbia come scopo quello di verificare se l’intero corpus legislativo – fatto di una molteplicità di provvedimenti emanati in tempi diversi – sia o non sia attuale ed efficace per come il mondo dello sport è venuto a conformarsi. Ed il gioco non potrà non coinvolgere tutti gli attuali attori in campo“.
Gli Enti di promozione sportiva hanno sottolineato che “una riforma del nostro modello sportivo deve necessariamente basarsi su questi assunti: più equilibrio tra promozione e competizione; meno verticismo nella strutturazione del sistema, a favore di un modello più inclusivo e partecipato; più investimenti in cultura sportiva attraverso il reperimento di risorse da dedicare alle istituzioni scolastiche e alle infrastrutture sportive“.
“Siamo dispiaciuti – si legge – nel constatare che il testo in nostro possesso non soddisfa molte delle citate priorità, in particolare il tema della adeguata rappresentanza del mondo degli Enti di Promozione, che da oltre 75 anni, nel nostro Paese, sono impegnati a dare voce allo sport sociale; preoccupazione già espressa nel documento inviato il 4 agosto”.